Pietro Partenio (1538-1620) fu un notaio veneziano, e al tempo stesso un geniale crittografo che donò diverse cifre di notevole interesse al Consiglio di dieci e che fu protagonista di un asperrima disputa con Hieronimo di Franceschi altro geniale crittografo che lavorava come deputato alle cifre per Consiglio di dieci, dunque un cifrista professionista a differenza di Partenio.
Partenio riprese molte idee del Franceschi ritenendo di migliorarle; Franceschi aveva usato chiavi molto ingombranti e disordinate come le grate della cifra delle caselle, mentre Partenio riteneva più importante usare chiavi brevi e facili da ricordare a memoria, in modo da evitare il rischio di furto o perdita della chiave. Quello che segue è un esempio del genere; Franceschi aveva escogitato l'idea del falso scontro, una cifra che produceva cifrati che potevano essere decifrati correttamente usando lo scontro (chiave) vero, ma anche usando un falso scontro, da far cadere in qualche modo in mani nemiche, che forniva un decifrato falso, scritto ad hoc per fuorviare i nemici. La sua cifra del falso scontro resta un enigma, mancando istruzioni dettagliate, ma dovrebbe essere una variante delle caselle.
Nella sua ultima opera del giugno 1606, un libricino autografo, destinato ai suoi studenti, l'ultima cifra è appunto una cifra del falso scontro che usa un quadrato che potrebbe essere ispirato a quello al quale lo stesso Partenio, nella sua memoria del gennaio 1606, accenna come chiave del falso scontro del Franceschi.
Si tratta forse della più elementare tra le cifre di questo tipo: usa una trasposizione a chiave, camuffata in modo da sembrare a prima vista un nomeclatore con opportuni numeri scritti sopra ogni lettera.
Si sceglie come chiave un versetto o strofa che si ricordi facilmente a memoria; si scrive in modo regolare il versetto sulla prima riga. Se ci sono differenza di lunghezza tra versetto, messaggio vero e messaggio falso si prolungano i più corti, se è il versetto ripetendolo da capo, i messaggi invece è preferibile riempirl aggiungendo lettere a caso.
Ora per prima cosa si cercano ordinatamente nel versetto le a; si segna $1$ (o $0$ come nell'esempio a lato generato via software) sotto la prima a, $2$ sotto la seconda a e così via ad esaurimento; finite le a si ripete la procedura per le b e così via fino alla x o alla z, secondo l'alfabeto usato. Se una lettera non è presente, si passa semplicemente alla successiva.
Alla fine la sequenza dei numeri forma la chiave di trasposizione.
Si scrive ora la prima lettera del messaggio chiaro sotto il numero $1$ (o $0$ come nell'esempio) della chiave, la seconda sotto il numero $2$ (o $1) e così via fino ad esaurimento. Quella ottenuta è il testo trasposto.
Per generare il falso scontro, si usa un quadrato come quello sopra. Righe e colonne sono indicate con lettere dell'alfabeto, meglio se rimescolate come nell'esempio che è quello originale di Partenio; le lettere che indicano le righe sono ordinate alfabeticamente ma iniziando da una lettera a scelta, che fa parte della chiave, alias falso scontro; quelle di colonna sono invece formate partendo da un altro versetto eliminando le lettere ripetute.
Le istruzioni per generare il falso cifrato, sono: leggendo ordinatamente il versetto, prendere la riga con la prima lettera del versetto, in questo caso I e cercare la colonna con prima la lettera del testo falso in questo caso D, prendere il numero alla data riga e colonne, qui $10$ e scriverlo come esponente della prima lettera del cifrato vero (trasposizione), qui $i^{10}$. E così via. Matematicamente si potrebbe oggi fare a meno della tavola, il numero $n$ essendo dato dalla somma $n = (r + c ) \pmod{20}+1$, dove $r$ e $c$ sono gli ordinali di riga e colonna, cominciando da zero. Cominciando da uno $n = (r + c ) \pmod{20}-1$. Il quadrato in effetti è la tavola pitagorica di un'operazione tra lettere con risultato un numero.
Al nemico si faranno arrivare queste istruzioni: leggere il cifrato gruppo per gruppo, cercare nella riga della lettera il numero che sta sopra, leggere la lettera della colonna e scriverla; lettera dopo lettera apparirà il testo chiaro (quello falso!).
Per quanto riguarda la trasposizione, vale sempre la regola: più lungo il testo, maggiore la sicurezza. A parità di lunghezza questa trasposizione appare sicuramente più sicura di una semplice a rettangolo, e probabilmente anche di una rettangolare a chiave,
Per quanto riguarda la segretezza del falso scontro, un decrittatore esperto potrebbe notare che la distribuzione delle frequenze delle lettere è quella di una lingua naturale e quindi sospettare la trasposizione e che le lettere siano solo un diversivo.
Nel riquadro a lato è possibile provare sia la trasposizione sia il falso scontro seguendo le istruzioni date sopra. L'esempio iniziale è quello originale di Partenio e l'alfabeto quello latino classico.