Alla fine dei suoi Libri Poligraphiae, dopo la recta tabula l'abate Tritemio propone una variante della tavola, con alfabeti disordinati, sotto il nome di Orchema, derivato dal greco Ορχημα che vuol dire danza, ballo, qui da intendere lettere che ballano, in disordine. Tritemio scrive che si possono generare alfabeti sine numero come a dire, infiniti, innumerabili.
Come si vede nella figura a lato, gli alfabeti successivi sono scritti per colonne alternate chiaro/cifrato, come nelle Ave Maria, dove come cifre comparivano parole o frasi. Nella prima pagina gli alfabeti sono effettivamente disordinati. Nelle pagine seguenti Tritemio propone però un esempio con modi un po' troppo semplici di creare alfabeti di lettere danzanti, per esempio con le lettere di ordine dispari prima delle pari: acegilnprtxz bdfhkmoqsuyw; questi per la verità non sono veramente disordinati, essendo basati su una semplice regola.
In qualche misura qui Tritemio precorre i cifrari one time pad usati nel Novecento, quattro secoli dopo; infatti se, prendendo alla lettera Tritemio, si generasse una serie sine numero, infinita di alfabeti disordinati e cioè casuali, si avrebbe appunto una cifra simile alle one time pad, da usare una sola volta. Ma come si è visto Tritemio ha un'idea un po' vaga di alfabeto disordinato e non chiarisce se debba essere usato una sola volta.
Non si sa se Orchema sia stato usato nel XVI secolo, certo ebbe molto meno risonanza e fortuna della più semplice Recta Tabula.
Viceversa nella seconda metà del XX secolo fu usata dagli americani della NSA una cifra ORION, che ricorda molto questa ma che richiede alfabeti veramente disordinati, senza alcuna regola ...insomma un vero OTP.
Per decifrare si segue la procedura inversa. Scritto il crittogramma si cercano le sue lettere nella prima colonna, poi nella seconda ...: