Questa cifra è documentata dal 1937 quando lo svedese Per Meurling la usò durante la guerra civile spagnola usando come parola chiave il nome di Manuel Del Vajo combattente comunista in quella guerra, e fu poi usata dopo la II guerra mondiale nel periodo della Guerra Fredda, in particolare da agenti sovietici. È conosciuta con il nome inglese di straddling checkerboard o anche straddle checkerboard letteralmente: scacchiera a cavalcioni.
Fu come detto usata anche dalle spie sovietiche, il caso più famoso anche se non del tutto certo è quello di Rudolf Ivanovich Abel(*) la spia sovietica arrestata a New York nel 1957 e poi scambiata nel 1962 con Francis Powers, il pilota dell'U2 l'aereo spia degli USA abbattuto dai Russi nel 1960. Il caso è stato recentemente, 2016, rievocato nel film “Il ponte delle spie”.
L'idea è simile a quella di alcune cifre di Matteo Argenti, segni cifranti formati da una o due cifre decimali, e poi scritte tutte di seguito per mettere in difficoltà il crittanalista, che non sarà in grado di distinguere i singoli segni cifranti. Ma al tempo stesso queste cifre possono mettere in difficoltà anche il decifratore legittimo che deve ingegnarsi a distinguere i casi ambigui in base al contesto.
Questa cifra fu progettata in modo da evitare ogni ambiguità. Si usa infatti una tabella, con un po' di fantasia può essere vista come una scacchiera appunto, a dieci colonne e tre righe, costruita distribuendo a caso le 26 lettere dell'alfabeto internazionale(*) sulle tre righe lasciando in bianco due caselle nella prima riga, e due nelle altre due righe; le due cifre delle colonne dove alla prima riga non c'è nulla, vengono usate come identificatori delle due ultime righe.
Per evitare il problema di tenere al sicuro il foglio con la tabellina, si può anche usare una parola chiave facile da ricordare a memoria da scrivere all'inizio, scartando eventuali lettere duplicate, seguita ordinatamente dalle lettere non presenti nella parola. In questo modo si ha maggiore sicurezza, a patto di tenere sempre a memoria la parola chiave e di distruggere sempre il foglietto con la tabella dopo l'uso. Inoltre i due numeri indicanti la posizione dei due spazi nella prima riga devono far parte della chiave da ricordare a memoria. In questo modo inoltre le ultime posizioni della tabella conterranno lettere collocate alla fine dell'alfabeto e questa è una debolezza.
Un esempio interattivo, con tabella generata a caso, è nella figura a destra: le istruzioni sono nella nota popup.
Come si può facilmente verificare da questi esempi, ogni lettera si cifra cercandola nella scacchiera e usando come prima cifra decimale quella che indica la riga e come seconda cifra quella che indica la colonna, come nella scacchiera di Polibio. In questo modo i due numeri pilota sono usati solo nelle bicifre come iniziali, e mai nelle cifre singole, evitando così ogni ambiguità.
Questa cifra è più facile da usare ma anche più debole di quelle veneziane o degli Argenti, che avevano anche un nomenclatore; in particolare le due cifre usate per indicare la seconda e terza riga saranno molto spesso le due più frequenti del cifrato, e quindi facili a identificarsi con la crittanalisi statistica; può capitare soprattutto per lingue dove c'è una lettera, tipicamente la E, con frequenza molto elevata, che questa possa inserirsi tra le due suddette più frequenti, confondendo un poco le acque. Per questo è buona norma inserire la E e qualche altra lettera molto frequente nella prima riga.
Usare le cifre singole per le lettere più frequenti ha anche un piccolo vantaggio: i messaggi risultano mediamente più brevi, un po' come nel codice Morse, cosa che consente di risparmiare tempo nella trasmissione telegrafica.
Per aumentare la sicurezza si possono usare sistemi di sovracifratura, per esempio una trasposizione, ed è quello che fecero i sovietici con VIC, una cifra piuttosto macchinosa costruita intorno ad una tabella straddle come questa.
Nome di battaglia di William August Fisher. Vedi pagina Wikipedia Rudolf Abel.
Naturalmente gli agenti russi come Abel usavano l'alfabeto cirillico che ha più di 30 lettere e richiederebbe quindi quattro righe, e tre numeri da usare come prima cifra.
La chiave deve contenere due spazi nella prima riga alla posizione concordata; deve essere esattamente di 30 caratteri comprendenti tutte le lettere una e una sola volta e gli altri due spazi. In alternativa si può inserire una parola chiave con i due spazi nella prima riga; il resto dei 30 posti sarà riempito con l'alfabeto, scritto alla rovescia per aumentare un poco la sicurezza.
Lasciando in bianco il campo “chiave” viene generata automaticamente una chiave casuale.