Matteo Argenti fu nella seconda metà del Cinquecento insieme a suo zio Giovanni Battista Argenti, il principale progettista di cifre dello Stato Pontificio. Le sue sono cifre molto originali, basandosi spesso su sistemi non univoci, come quelli polifonici, dove uno stesso segno cifrante può avere diversi significati che andranno risolti in base al contesto.
In qualche misura simili sono le cifre monoalfabetiche a lunghezza variabile: una cifra monoalfabetica si basa spesso su segni a due cifre decimali, da 00 a 99; anche scrivendoli tutti di seguito il crittanalista non faticherà molto a riconoscere i singoli segni. Ma se si mescolano segni a due cifre e segni a una sola cifra, la cosa diventa molto più complicata.
Molte cifre di questo tipo si trovano nel trattato delle cifre di Argenti reperibile nel libro del Meister. Un altro esempio molto più recente di cifre di questo tipo è la cifra nota come straddle checkerboard, usata intorno alla metà del XX secolo. Maggiori dettagli alla pagina La cifra straddling checkerboard.
Un esempio di cifra di questo tipo, dalla collezione di Matteo Argenti, è il seguente, n. 19 del 1585 (Meister, pag. 343): cifra con monsignor eletto vescovo di Savona, nuntio in Savoya.
Da notare che vi sono omofoni per alcune lettere frequenti; inoltre la cifra singola 4 che sta per a è distinta dalla bicifra 04 che sta per Cantoni catholici (in effetti questa cifra comprendeva anche un piccolo nomenclatore che utilizzava altre bicifre disponibili e qualche tricifra, e che qui non è riportato).
Per esempio volendo cifrare il dispaccio Iniziare rientro truppe si scriverà: 52438352249143912243829391399330328281.
L'addetto alla decifra dovrà basarsi sul contesto per risolvere eventuali ambiguità. Il cifrato qui sopra potrebbe anche decifrarsi in ioeiuettouaglielrre ... che va scartato non avendo senso.(83 nel dizionario sta per Vettouaglie)
Argenti aveva ideato anche cifre che minimizzano queste ambiguità; nella seguente cifra n. 8 per Monsignor Arcivescovo di Rossano, Nuntio a Napoli: