Francis Bacon (1561-1626) è noto soprattutto come filosofo e politico, ma si occupò anche di crittografia, ed è ricordata soprattutto questa sua cifra, che rientra piuttosto nella steganografia, dato che produce crittogrammi without suspicion, non sospetti nascosti dentro messaggi innocui.
La cifra consiste in due passi:
La segretezza di questa cifra si basa in modo essenziale sulla segretezza del metodo, se qualcuno viene a sapere che il testo segreto viene cifrato con i diversi font, la decifrazione è immediata, a meno che non si usi un alfabeto disordinato ed allora la decifrazione si riduce a quella di un normale mono-alfabetico. Si tratta di una violazione del principio di Kerkhoffs, che ovviamente Bacon non poteva conoscere.
Il sistema in definitiva appare inutilmente macchinoso e ingombrante (il cifrato è cinque volte più lungo del testo chiaro), e non risulta sia mai stato usato per applicazioni serie.
Naturalmente invece di usare due font diversi, si potrebbero usare altre coppie di proprietà per a e b per mimetizzare il crittogramma.
Una possibilità è quella di usare 1 e 2 invece di a e b, e quindi scrivere un testo qualsiasi che abbia ordinatamente quel numero di sillabe; meglio ancora usando un sistema ternario come proposto dal Tritemio, invece che binario cosa che permette anche parole di tre sillabe e che riduce a tre la dimensione dei segni cifranti che saranno p.es. A = 111; B = 112 ecc.ecc.
Altra variante quella di usare un testo plausibile qualsiasi e quindi parola per parola aggiustare il numero di vocali o di sillabe a dispari o pari secondo che sia 1 o 2.
Tutti questi sistemi richiedono però un certo impegno da parte del cifratore che deve inventarsi o aggiustare parole in modo che corrispondano al numero di sillabe o vocali richieste.
Nell'Ottocento si diffuse la teoria che Francis Bacon fosse il vero autore delle tragedie di Shakespeare, che sarebbe stato un semplice prestanome. A complemento di questa teoria ci fu quella che Bacone avesse usato questa cifra per nascondere nel testo delle tragedie la vera identità dell'autore.
William Friedman, il più grande crittoanalista del XX secolo, che in gioventù aveva preso sul serio questa teoria, e da questa era nato il suo interesse per la crittografia, una volta pensionato dopo la II guerra mondiale tornò a studiare a fondo la questione e dovette concludere che non vi era alcun fondamento solido, tra l'altro i caratteri tipografici usati nel Seicento non avrebbero consentito un simile sistema.
L'esempio interattivo qui sotto usa grassetto e corsivo per la codifica.