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Prime pagine Ultime pagine Copia austriaca

Questo cifrario era usato dal ministero della guerra italiano a inizio Novecento; la copia qui riprodotta reca la data del 1904.

Si tratta di un codice a repertorio ordinato che fa uso solo di tre cifre 1, 2, 3 combinate in gruppi da 1 a 5 cifre; il cifrario è destinato all'uso con telegrafo ottico, per segnalazioni visive con bandiere o lanterne. Alzando 1, 2 o 3 lanterne si segnala il numero corrispondente, questo il motivo per cui il cifrario usa solo queste tre cifre.

Le parole sono per lo più spezzate in due parti, la radice e la desinenza, per esempio c'è una cifra 1111 per ABBANDON, una cifra per 1121 ARE; la cifra di ABBANDONARE è quindi 1111, 1121; quando la cosa non possa generare equivoci si può usare solo la radice, sottindendo la finale, p.es. 1111 per ABBANDONO o ABBANDONA.

Ovviamente le parole non presenti nel repertorio vannon cifrate lettera per lettera.

Il repertorio consiste di queste tabelle:

• Una tabella 3x7 che contiene 21 lettere ordinate con le vocali ai primi posti (A=1; E=2; I=3 ...), e le consonanti in ordine alfabetico a seguire.
• Una tabella 3x3 che contiene le 9 cifre, cifrati con gruppi di 3 cifre.
• Una tabella 3x3 che contiene nove parole (o meglio radici) comuni nel linguaggio militare, cifrate con gruppi di 3 cifre.
• Una serie di tabelle 4x9 che contengono le cifre (gruppi da 3 a 5 cifre) per le parole comuni del dizionario, in ordine rigorosamente alfabetico.

È molto interessante il fatto che lo stesso cifrario si trova in un documento austro-ungarico del 1915, oggi custodito al Museo della Grande Guerra di Rovereto; il fascicolo austriaco contiene una copia identica delle tabelle del cifrario con istruzioni. Nelle istruzioni si parla di cifrario erbeuteten (catturato), quindi gli Austriaci ne erano venuti in possesso per vie spionistiche, non crittanalatiche.

Il testo austriaco dice che questa cifra è stata introdotta di recente dagli italiani per i Chiffrentelegramme (telegrammi in cifra), anche se poi si osserva che il cifrario è quasi identico a una versione precedente già nota. Forse l'esercito italiano aveva riciclato per i telegrammi il vecchio cifrario ottico?

Un paio di osservazioni fanno risaltare la debolezza crittografica italiana prima ed all'inizio della Grande Guerra.

• Il cifrario non risulta essere stato cambiato per ben dieci anni; in un tempo così lungo la probabilità che il cifrario arrivi al nemico è alta. I codici andrebbero cambiati con la massima frequenza possibile. Unica attenuante: tra il 1904 e il 1915 Austria e Italia erano in pace, anzi alleate nella Triplice Alleanza. Ma le esigenze di segretezza valgono anche in tempo di pace.
• Il cifrario è ordinato, cosa comoda, basta un cifrario che funziona sia da lista cifrante, sia da lista decifrante. Comodo ma crittograficamente debole.

Ringrazio Filippo Sinagra per aver recuperato i cifrari menzionati.