Queste iscrizioni cifrate si trovano a Venezia nel sotoportego de la Madonna, adiacente la calle del Perdon di fronte alla chiesa di Sant'Aponal. Nel luglio 2022 l'esistenza di questa cifra irrisolta veniva presentata da Klaus Schmeh nel suo blog (vedi link in fondo) in base ad una segnalazione che presentava solo una scritta, notando che usava i segni cifranti del pigpen, ma provando il classico pigpen dei massoni, non si otteneva nulla di sensato.
Conoscendo il trattato manoscritto delle cifre di Agostino Amadi, custodito all'Archivio di Stato di Venezia, e ricordando che presentava anche una cifra tipo pigpen di sole 18 lettere (vedi la pagina che la descrive in dettaglio), pensai che quella poteva essere la cifra usata; ma provandola veniva fuori CASL?VADESAT dove il ? si riferisce al simbolo ad angolo in quinta posizione,assente nella cifra Amadi; suonava bene perché l'alternanza consonanti-vocali era corretta, e dava l'idea del latino, ma non aveva significato. E si aveva la sensazione che le lettere a inizio alfabeto A D E, forse anche L, fossero corrette e che ci fosse uno slittamento delle lettere a fine alfabeto.
Mi veniva in mente che poteva trattarsi di una estensione della cifra a 22 lettere come in quelle di Bellaso e con segni ad angolo per le ultime lettere come nel pigpen dei massoni; recuperando la H assente nella cifra Amadi, spostando quindi avanti il resto dell'alfabeto e portando le ultime 4, V X Y Z negli angoli, si otteneva un CARLVTADERAS, che suonava bene ma il mio latino, arrugginito dai tempi del liceo, faticava a riconoscere le parti, CARL VT AD ERAS?, Fu Norbert Biermann, sul blog di Schmeh, a suggerire che poteva essere CARLVS ADERAT, latino per "Carlo era qui", supponendo che ci fosse stata una svista tra S e T.
Non mi restava che recarmi sul posto in calle del Perdon e scattare molte foto. C'erano molte iscrizioni in chiaro relative ai Templari, e alcune cifrate usando i segni pigpen, chee, decifrate, confermavano in pieno l'ipotesi del pigpen a 22 lettere, visibile qui a lato, decifrandosi in italiano. In queste scritte la S e la T erano scritte secondo la cifra a 22 lettere qui a lato.
Sono in tutto cinque iscrizioni cifrate, visibili qui a lato (quelle sulla trave SE, facendo click sul bottone giallo), una in latino, le altre due in italiano e in doppia copia, una sulla trave NO e una sulla trave opposta. I testi decifrati sono piuttosto strani, dichiarazioni di fede come "Dio esiste", "Dio è eterno" insieme alla notizia che un tale "Carlo Zandinella" è morto. Le scritte in chiaro riecheggiano motti dei templari come il famoso: "NON NOBIS DOMINE, NON NOBIS", insieme alla croce di color rosso; interessante la scritta in numeri romani sotto la 3b, riporta un anno 1119 poco dopo la nascita dell'ordine e due date 13 10 1307, data dell'arresto degli ultimi maestri Templari per ordine del re di Francia Filippo IV il Bello, e 18 03 1314 data del rogo del suo ultimo gran maestro Jacques De Molay. Altre scritte curiosamente replicano in chiaro il CARLVS ADERAT confermando definitivamente la correttezza delle soluzione. Solo in una successiva visita in loco mi accorgevo che in alto a sinistra sulla trave nord c'era una tavoletta che sotto CARLVS ADERAT recava MMVIII, 2008 in numeri romani! Se come pare ovvio CARLVS è il Carlo Zandinella della iscrizione n.3, si traduce in "Carlo era qui, 2008". Firma e data?
Se dal punto di vista crittografico la questione è risolta, è sconcertante il contesto e restano diverse domande: 1) A quando risalgono le iscrizioni? 2) Quando sono state attaccate alle travi? 3) Chi le ha scritte? 4) Cosa c'entrano queste scritte cifrate con le altre in chiaro che sono tutte in memoria dei Templari? 5) Perché scrivere in cifra cose che non sembrano nascondere alcunché di segreto? 6) Chi era questo Carlo Zandinella? 7) qualcuno le aveva già decrittate in tempi recenti?
Già prima di scoprire l'iscrizione con il 2008, molti elementi inducevano a pensare che il tutto fosse molto recente: l'uso di viti con testa a croce in uso da mezzo secolo o poco più; il legno che non appariva antico e le incisioni che apparivano fatte con un trapano elettrico[↑].
Sulla base degli elementi emersi fin qui, si possono azzardare queste risposte: 1) Le iscrizioni sono molto recenti, dopo il 2008; 2) Come sopra; 3) in alternativa: o Carlo Zandinella è colui che ha allestito il tutto, e alla fine si è scritto un necrologio in cifra, per beffa o per altro, oppure ad allestire il tutto è stato un amico o parente di Carlo Zandinella. Per commemorarlo? 4) La congettura che il pigpen sia stato inventato dai Templari; 5) O per nascondere il nome di Carlo Z. o per ricordare la presunta relazione tra Templari e pigpen; 6) Un veneziano interessato ai templari, sembrerebbe; 7) Impossibile rispondere. .
La cifra pigpen è una cifra debolissima, non certo in uso professionale, ma è una delle più conosciute. Nota come la cifra dei Massoni, che la usarono nel XVIII e XIX secolo, le origini sembrano essere molto più remote, si legge di origini ebraiche o del tempo delle crociate e in particolare, guarda caso, dei Templari. In proposito il crittologo svizzero di lingua francese Didier Müller alle pagine 106-107 del suo libro, dopo il pigpen, presenta una sua ricostruzione di una cifra usata dai Templari, simile al pigpen; ma la ricostruzione è una congettura del Müller, che non convince affatto, oltretutto usa un alfabeto moderno di 25 lettere, molte più delle 18 della Brocardo/Amadi e più delle 20 lettere dell'alfabeto latino antico, che nel XII-XIII secolo era ancora quello in uso; e i Templari essendo un ordine monastico dovevano scrivere nel latino classico. Verosimilmente il Müller si è basato su una trascrizione recente di un testo medioevale. Di concreto c'è solo una qualche somiglianza tra la stella dei Templari e lo schema del pigpen.
Queste scritte nascoste in un sotoportego veneziano, scritte con alfabeti in uso fino al XVI XVII secolo, e con una cifra descritta dall'Amadi nel XVI secolo, potevano apparire antiche ed indurre la speranza di aver trovato testimonianze sulle origini del pigpen. Non è così, al contrario l'autore di queste scritte ha usato una versione XVI secolo del pigpen nella convinzione che fosse una cifra inventata dai Templari; in effetti, considerato che le altre scritte, quelle in chiaro, sono tutte in memoria dei Templari, è verosimile che lo siano anche quelle in cifra
Insomma è una bufala, un falso, nel senso che sono scritte recenti che vorrebbero apparire antiche. Che sia un falso realizzato per beffa o per commemorare i Templari o per chissà quale altro motivo, è un falso realizzato ad arte da qualcuno, un paleografo?, che conosceva questi alfabeti e queste cifre, conoscenze che non sono certo molto diffuse. In fondo c'è anche un'arte della falsificazione e tutta una storia dei falsi anche in crittografia.
A Klaus Schmeh che mi ha segnalato l'esistenza di queste scritture cifrate, alle quali ha dedicato diversi interventi sul suo blog (vedi link sotto), e a Norbert Biermann ed altri lettori del blog per il contributo ricordato sopra.