È ben noto che il Pigpen, noto come cifra dei Massoni, è molto più antico del XVIII secolo e tra le possibili origini si cita un'analoga cifra ebraica che userebbe l'alfabeto ebraico o una cifra Pigpen usata dai Templari al tempo delle crociate.
Una variante del XVI secolo è descritta in dettaglio da Agostino Amadi nelle prime pagine del suo "Primo volume delle zifre" parte del monumentale Trattato delle cifre, consegnato al Consiglio di Dieci della repubblica di Venezia nel 1588 e mai pubblicato a stampa, anzi tenuto segreto per molto tempo.
Questa variante, il cui schema, copiato tal quale dal libro, è visibile a destra, usa un alfabeto ridotto a 18 lettere, escludendo l'inutile H e l'ultima arrivata e rara Z, dal classico alfabeto italiano a 20 lettere usato nel XVI secolo.
Amadi scrive, testualmente:
Si scriuono ancor e prestamete formando gli caratteri mentre che si scriue, e fu modo rittrouato già dal S. Ecc.mo Antonio Brocardo il grande cio del S. Mco Francesco Amadi mio Padre il qualle le adropò nel scriuer auicendeuolmente al Sigr Bernardo Tasso, come dalle lorro littere si uede, et furono in questa forma.
Antonio Bracardo era un poeta, morto nel 1531, Bernardo Tasso poeta anche lui è noto soprattutto come padre di Torquato. Non è chiaro cosa intenda Amadi con ritrovato, sembra comunque improbabile che il Brocardo avesse inventato una cifra che è quasi certamente più antica, più verosimile che la avesse appresa da una fonte, persona o libro o altro, precedente. Comunque una conferma che la cifra pigpen risale come minimo al 1500.
Alcune iscrizioni che si possono osservare a Venezia nel sotoportego de la Madonna, adiacente la calle del Perdon e il campo Sant'Aponal, usano un pigpen molto simile a questo, ma esteso a 22 lettere, come nelle cifre del Bellaso. Lo schema è visibile qui a destra.
Vale lo stesso discorso del pigpen dei Massoni, la sicurezza è minima, forse un po' più sicura in quanto molto meno conosciuta, comunque facile da ricostruire essendo ancora basata su uno schema ordinato.
Ovviamente una cifra molto più sicura si avrebbe rimescolando le lettere a caso; sicurezza peraltro del tutto equivalente a quella di un classico monoalfabetico disordinato, a lettere o a numeri di due cifre.