Le immagini sono state adattate da foto pubblicate sul sito del National Cryptologic Museum |
William Friedman, probabilmente il massimo crittologo americano del XX secolo, aveva studiato a fondo le macchine cifranti a rotori che si erano diffuse negli anni Venti, prima tra tutte la macchina Enigma.Friedmann si era reso conto che il principale punto debole della Enigma era il meccanismo di rotazione dei rotori che era di fatto quello di un semplice contatore; solo l'ultimo rotore ruotava di un passo alla volta, mentre il penultimo rotore ruotava una volta ogni 26 e il terzultimo una ogni 676, come a dire che questi rotori contribuivano poco alla sicurezza della macchina. Per questo motivo aumentare il numero di rotori come fecero i tedeschi non aumentava di molto la sicurezza della macchina.
E nel 1935, insieme al suo collaboratore Frank B. Rowlett, Friedman progettò una nuova macchina cifrante elettromeccanica la ECM Mark II, nota con il nome di Sigaba, che somigliava all'Enigma ma ne superava brillantemente le debolezze. La macchina fu adottata dalla Marina americana e dal 1940 anche dall'esercito con la sigla M-134, e fu il cavallo da battaglia della crittografia americana durante la II guerra mondiale.
Come l'Enigma, la Sigaba si basa su rotori con 26 contatti su ogni faccia e un cablaggio interno segreto che provvede a permutare le lettere; ma invece dei tre o cinque rotori dell'Enigma, la Sigaba ne ha 15; in pratica i rotori destinati alla cifratura sono solo 5, mentre gli altri 10 servono a generare una sequenza pseudo-casuale che stabilisce quali rotori ruotano a ogni passo; in questo modo la principale debolezza dell'Enigma è superata. In un certo senso quindi la Sigaba equivale a due Enigma in una.
La Sigaba ha anche un dispositivo di stampa su nastro di carta, assente nell'Enigma, che ne migliora la comodità operativa.
A differenza dell'Enigma la Sigaba non fu mai forzata e concluse inviolata la sua carriera negli anni '50 quando l'avvento di computer sempre più veloci la rese obsoleta e non più sicura. Con un computer dei nostri giorni e un opportuno algoritmo di forza bruta potrebbe infatti essere forzata in tempi relativamente brevi.