La Crittografia della II guerra mondiale
Forse in nessun altra guerra come nella II guerra mondiale la Crittografia ha svolto un ruolo di primo piano.
Gli storici potranno discutere a lungo su quanto sia stata importante per la vittoria finale la superiorità alleata in questo campo; non c'è comunque dubbio che questa superiorità sia stata schiacciante fin dai primi anni di guerra.
Il caso più noto è certo quello della macchina Enigma, usata dai tedeschi e considerata a torto inattaccabile; solo molti anni dopo la fine della guerra si seppe che in effetti già nel 1932, prima ancora che Hitler arrivasse al potere, l'ufficio cifra polacco aveva trovato il modo di forzare l'Enigma. E durante la guerra gli inglesi del progetto ULTRA continuarono a forzare sistematicamente i messaggi cifrati
con l'Enigma e dal 1941 anche quelli cifrati con la più sofisticata macchina Lorenz.
Quante vittorie alleate avevano alla base questa superiorità crittografica? Difficile dare una risposta precisa, più semplice citare un paio di casi ben noti:
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Battaglia di capo Matapan: la disfatta della flotta italiana (marzo 1941) pare abbia avuto origine dal fatto che gli inglesi avevano decrittato alcuni messaggi cifrati della marina tedesca che fornivano l'esatta posizione della flotta italiana.
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Sbarco in Normandia: Eisenhower e Montgomery erano in grado di leggere tutti i messaggi degli alti comandi tedeschi, che usavano la macchina Lorenz; ebbero così conferma che Hitler aveva creduto alla falsa notizia di un imminente sbarco alleato nei pressi di Calais, e aveva concentrato le sue migliori truppe in quella zona. Poterono quindi ordinare lo sbarco in Normandia sicuri che avrebbe incontrato ben poca resistenza.
Anche sul fronte del Pacifico gli Americani sin dal 1940, un anno prima di Pearl Harbour, avevano realizzato Magic una macchina in grado di decrittare i messaggi giapponesi cifrati con la macchina Purple. Ricordiamo due episodi certi e uno dubbio:
- Battaglia delle Midway: l'ammiraglio Yamamoto, comandante della flotta giapponese, nel maggio 1942 aveva preparato un piano per attaccare a sorpresa le isole Midway a est delle Haway, determinato com'era a sfruttare la superiorità della flotta giapponese prima che gli USA avessero il tempo di allestire una flotta superiore a quella nipponica. Ma gli Americani intercettarono i piani di Yamamoto e l'Ammiraglio Nimitz, comandante della flotta USA, fu in grado di preparare la battaglia conoscendo già fin nei dettagli i piani del nemico; fece inoltre trasmettere falsi piani americani usando un cifrario che sapeva essere stato forzato dai giapponesi. L'effetto sorpresa si trasformò in un boomerang e la vittoria USA alle Midway fu quindi in buona parte dovuta alla superiorità crittologica.
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Morte dell'Amm. Yamamoto: il 14 Apr 1943 fu decrittato un messaggio che diceva che l'ammiraglio Yamamoto avrebbe visitato l'isola di Bougainville il 18 e specificava persino le ore di partenza e di arrivo e il tipo di aerei usati. L'ammiraglio Nimitz subito informato, sentito il Presidente Roosevelt ed ottenuta l'autorizzazione a intervenire, organizzò una squadra di aerei P-38 che il 18 puntualmente intercettò e abbattè l'aereo di Yamamoto; i giapponesi persero così il loro uomo più prezioso.
La morte di Yamamoto fu peraltro presentata come dovuta a un incidente aereo e solo dopo molti anni furono rivelati i dettagli dell'episodio.
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Pearl Harbour: Gore Vidal, il noto scrittore americano, sostiene, e con lui diversi storici, che gli Americani, grazie a Magic, sapevano in anticipo anche dell'attacco di Pearl Harbour e decisero di non impedirlo; avevano infatti bisogno di un motivo forte per convincere la riluttante opinione pubblica americana della necessità di entrare in guerra e un attacco a tradimento dei Giapponesi era ideale per questo scopo. Una teoria più prudente sostiene che gli Americani sapevano che il Giappone stava per attaccare, ma non sapevano esattamente dove. Certo è che al momento dell'attacco nella baia di Pearl Harbour non c'era nemmeno una portaerei, avevano infatti tutte ricevuto l'ordine di portarsi in alto mare nelle settimane precedenti l'attacco; in definitiva furono affondate solo navi relativamente vecchie e di importanza non fondamentale per la guerra. Anche i misteriosi disturbi sulle linee di comunicazione che costrinsero l'ambasciatore giapponese a Washington a presentare la dichiarazione di guerra con qualche ora di ritardo rispetto all'inizio dell'attacco, possono suscitare sospetti.
Alla fine della guerra il gen. Marshall ammise che in molti casi di importanza "non vitale" gli alleati dovettero fingere di non conoscere i messaggi cifrati nemici, anche al costo di perdite umane, tale era il timore che tedeschi e giapponesi si accorgessero che i loro cifrari venivano sistematicamente decrittati.
Anche l'attacco di Pearl Harbour va dunque annoverato tra questi casi? Se è così, è però ben difficile che la cosa possa mai essere confermata ufficialmente, considerato che in quell'occasione morirono circa 3000 cittadini americani.
Per quanto riguarda l'Italia non si ripeterono i successi della Grande Guerra; il gen.Sacco protagonista di quei successi, aveva per la verità progettato una macchina cifrante piuttosto complessa,
un prototipo di questa era stato costruito dalle officine Nistri, ma per motivi non ben chiariti la macchina andò distrutta e non venne quindi mai usata; un episodio che ben si inserisce nell'andamento disastroso della guerra per l'Italia.
Un successo sia pur temporaneo e di natura più spionistica che crittanalitica, lo si ebbe nel 1941 quando il servizio segreto italiano riuscì a trafugare dall'ambasciata americana a Roma il cifrario "Black". Grazie a questa impresa italiani e tedeschi riuscirono per qualche tempo a decrittare i messaggi americani nel Nord Africa; e sembra che molti dei successi di Rommel fossero dovuti a queste intercettazioni; quando nel 1942 gli alleati scoprirono che i loro messaggi venivano forzati, il cifrario "Black" fu abbandonato e sostituito con la ben più sicura macchina M-138. E, che sia stato un caso o no, finirono anche i successi di Rommel in Africa.
Interessanti anche i cifrati usati dai servizi segreti inglesi in particolare dal SOE per comunicare con i partigiani che agivano nelle zone occupate dai tedeschi, un esempio è quello di Antonio Marzi che usava un sistema di trasposizione doppia, un altro quello del fazzoletto con un cifrario tipo Vigenére disordinato, usato dagli agenti del SOE.
- Fonti
- Codes and Ciphers in the Second World War
a cura di Tony Sale, creatore del museo di Bletchley Park; forse il più completo sito sulla macchina Enigma
e sugli altri cifrari usati nella II guerra mondiale.
- L'Ammiraglio Isoroku Yamamoto
- The Death of Admiral Yamamoto in
dettaglio la storia dell'abbattimento dell'aereo di Yamamoto.
- A priceless advantage: quello
crittologico fu veramente un vantaggio incalcolabile degli USA sul Giappone nella battaglia delle Midway.
- Intervista a Gore Vidal su Pearl Harbour e la II guerra mondiale: nel 2001 alla vigilia dell'attacco dell'11 settembre, Gore Vidal ribadisce la sua teoria
su Pearl Harbour.
- National Cryptologic Museum: il museo nazionale della
Crittologia vicino a Washington espone materiale crittografico soprattutto del XX secolo.