Storia della crittografia - I più antichi cifrari
Licurgo
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Licurgo era un antico legislatore spartano vissuto forse nell'VIII-VII sec a.C. La sua figura è stata quanto mai controversa. Infatti, secondo gli antichi Licurgo era un personaggio realmente vissuto, ma la critica moderna lo ha pressochè concordemente identificato con un'antichissima divinità solare, "LYKURGOS" (=facitore di luce).

Tale ipotesi è avvalorata dal fatto che in età storica Licurgo era oggetto di culto divino e non eroico, quale veniva tributato di solito ai legislatori.

A Licurgo si attribuisce la costituzione spartana, (nota con il suo nome), fissata non da leggi scritte, ma da norme consuetudinarie (rhetai) che, secondo le credenze popolari gli erano state dettate da 12 saggi cretesi, o addirittura dall'Oracolo di Delfi. Queste severe leggi-discipline regolavano l'ordinamento dello stato spartano nelle sue istituzioni politiche, sociali, economiche e militari. Prescriveva, ad esempio, precise divisioni delle classi sociali in dirigenti, cittadini, liberi ed iloti(=schiavi).

Secondo la tradizione, dopo aver indotto i suoi concittadini a giurare che avrebbero osservato le sue leggi, partì per un lungo viaggio dal quale non fece ritorno, morendo a Creta, probabilmente suicida.

Dionigi d'Alicarnasso ci racconta che alcuni Laconi spartani, insofferenti a tali leggi, fuggirono, approdarono in Italia e fondarono Terracina.

Secondo lo scrittore latino Plinio, un'antica colonia greca, ribellatasi al governo di Licurgo, approdò nei pressi del Circeo e fondarono l'antica Sulmo, oggi Sermoneta.

La critica storica è concorde nell'affermare che l'orgoglio della classe dirigente conservò la legge di Licurgo ostinatamente negli schemi tradizionali, oltre ogni interesse pubblico, opponendosi caparbiamente ad una equilibrata evoluzione che avrebbe impedito a Sparta una decadenza così precipitosa.